Orvieto DOC
Il vino degli Etruschi

Nella zona di Orvieto la coltivazione della vite e la produzione del vino risalgono ad epoche remote. La storia identifica questo periodo con la presenza degli Etruschi nel centro Italia.
In particolare, ad Orvieto, proprio gli Etruschi scavarono nel tufo su cui sorge attualmente la città, un grande numero di grotte, che venivano allora utilizzate per la conservazione del vino; alcune di queste sono persino in uso ancora oggi.
Inoltre, all’interno delle tombe etrusche sparse per tutto il territorio orvietano, vi sono molti affreschi in cui il vino è raffigurato e sono stati ritrovati, sempre in quest’area geografica, una grande quantità di ceramiche etrusche e greche destinate alla conservazione e degustazione del vino.
Attualmente la fama dell’Orvieto è internazionale. Ma anche in passato ha goduto di grande considerazione: si dice addirittura che pittori del calibro di Pinturicchio e Signorelli chiesero questo vino come parte del pagamento per i lavori effettuati nel Duomo di Orvieto.
Nel 1971 l’Orvieto riceve la denominazione DOC.

Il disciplinare
Secondo il disciplinare di produzione, il vino Orvieto DOC è composto da un minimo del 60% di Trebbiano Toscano, detto Procanico e Grechetto. Per il restante 40% circa si possono utilizzare altri vitigni a bacca bianca la cui coltivazione è consentita nell’area geografica dell’Orvieto DOC.
Quest’area comprende diversi comuni della provincia di Terni vicini ad Orvieto ed una parte della provincia di Viterbo.
All’interno di questa, si distingue una sottozona molto ristretta, che corrisponde più o meno ai dintorni della rupe della città, che denomina una tipologia specifica di vino: l’Orvieto Classico.
Entrambi poi, l’Orvieto e l’Orvieto Classico, possono assumere anche la denominazione di Superiore, se, secondo il disciplinare di produzione, viene modificata la resa per ettaro dei vigneti e aumentato il volume alcolometrico del vino.

Le caratteristiche
I vini bianchi di Orvieto si presentano alla vista di colore giallo paglierino più o meno intenso. L’aroma è delicato, leggermente fruttato e fiorito, rimanda ai fiori gialli e al miele. Il gusto è fresco e leggermente minerale, nota questa conferita dal suolo tufaceo su cui sono impiantati i vigneti orvietani.
Gli abbinamenti migliori per questi vini bianchi sono con i piatti a base di pesce, anche di acqua dolce, in particolare pesci al forno, ma anche primi piatti e antipasti. Ottimo anche con i fritti e con le carni bianche.
Grazie al suo sapore tendente leggermente all’amarognolo, è molto apprezzato come apritivo.